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Ancient Saga: Volume I - Quando la Luna Diventa il Tuo Sole, La mia prima fic... Spero vi piaccia ^^ L'ho messa in questa sottosezione dato che è presente sangue, violenza ed un linguaggio abbastanza colorito ogni tanto

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AngelSword
view post Posted on 1/8/2011, 21:51




Capitolo 1- Stella Cadente


Era una bella serata: la brezza accarezzava dolcemente il pratino sul ponte della Sunny e le stelle splendevano. Viste le condizioni climatiche favorevoli, avevano cenato fuori e adesso stavano festeggiando, che cosa Zoro non lo sapeva, forse il nuovo arrivato Brook, e si respirava un’aria densa d’allegria: Sanji, come al solito, corteggiava le ragazze; Rufy divorava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro; Chopper e Usopp danzavano sgraziatamente a ritmo della chitarra di Franky e del violino di Brook. Lui preferiva starsene in disparte quella sera, e godersi quel meraviglioso cielo stellato. Avevano lasciato da circa due settimane Thriller Bark, dopo essersi ripresi le loro ombre.

Ti rendi conto di quanto sia bella una cosa, pensò guardando il cielo, solo quando stai per perderla.


Infatti a Thriller Bark aveva rischiato di morire bruciato, e per una frazione di secondo aveva avuto paura; paura di morire, di non vedere più il cielo e di non mantenere la sua promessa, ma aveva avuto fiducia nel suo capitano e una volta di più si disse che quella fiducia era ben riposta. Per non parlare dell’uomo degli Shichibukai....guardò i suoi compagni: soltanto Sanji e Brook sapevano dell’accaduto, ma Zoro sapeva che non avrebbero detto niente. Era meglio non far preoccupare gli altri. Sorrise. Non poteva perdere quei compagni, anche se questo avesse significato passare tremila inferni.

La musica si fermò e il silenzio fu riempito dalle urla di Sanji che ordinava di sparecchiare, seguite poi dai brontolii di chi si stava divertendo. Sapeva che anche lui doveva aiutare, e quando Sanji si voltò verso di lui lo anticipò dicendogli “Mi dispiace, ma non prendo ordini dagli idioti”. La faccia del cuoco si oscurò e Zoro sorrise compiaciuto. Quel cascamorto non riesce mai a mantenere l’autocontrollo, pensò. Si stava già alzando per affrontarlo, quando un movimento nel cielo attirò la sua attenzione. Ignorò il cuoco che,come al solito, lo prendeva a insulti. Quanto è monotono... Magari Robin può dirmi che cos’è, pensò e chiamò l’archeologa. Alla vista della donna Sanji cambiò subito atteggiamento, portandosi in modalità “idiota”.

Quando lei gli fu vicino le fece notare il puntino di luce che si muoveva nel cielo. Anche Nami ne fu attratta e si avvicinò a loro. Gli altri che uscivano dalla cucina fecero altrettanto. Nel frattempo Robin stava spiegando a tutti che quella era una stella cadente e che chi l’avesse vista per primo poteva esprimere un desiderio, quindi si voltò verso Zoro e gli chiese “Forza, Mr. Spadaccino, tocca a te esprimere il desiderio”.

Zoro fece per aprire bocca, ma fu travolto dall’entusiasmo di Rufy che continuava a urlare “Sono gli alieni!!! Ne voglio uno nella mia ciurma!!” e dovette aggiungersi a Franky e Sanji per tenerlo fermo dal catapultarsi nel vuoto.

Dopo innumerevoli sforzi, riuscirono a legarlo all’albero maestro. Intanto la stella si era avvicinata moltissimo. Ritornò vicino a Robin e gli chiese “Allora, questo desiderio è ancora valido?”

“Certamente. Puoi esprimere un desiderio fino a quando la stella non scompare.”

Zoro fece per parlare di nuovo, ma stavolta fu interrotto dallo strillo di Nami. Ma allora questa è sfiga! Io ci rinuncio!! Pensò rassegnato. Sanji fu il primo ad accorrere.

“Nami-san,che succede?!”

“L-la s-stella..Ci sta cadendo addosso!!!”

Quella rivelazione prese tutti di sorpresa, dato che erano stati distratti dal loro capitano. Robin reagì prontamente.

“Cien fleur...Big tree!!”

Un grande braccio creato grazie all’abilità dell’archeologa colpì la stella deviandone la traiettoria. Cadde su un vicino isolotto disabitato. Zoro lo contemplò per qualche secondo, poi si rivolse a Robin arrabbiato “Ma -- tu -- Non potevi aspettare che esprimessi il desiderio?!”

Intervenne Nami arrabbiatissima che gli diede una botta sulla testa “E farci ammazzare tutti??!!”

Zoro si massaggiò il collo dolorante. Stava per rispondere ma fu interrotto (di nuovo) da quella furia del suo capitano che ordinò a Sanji di preparare gli spuntini per il viaggio. “Si va in esplorazione!!Obbiettivo: trovare gli alieni!!”

Brook, che fin’ora era rimasto in silenzio, disse “Gli alieni..?WAAAAAAHHHH!!!!!Gli alieni fanno paura!!!”

“Tu non sei da meno!!” risposero in coro Nami e Usopp. Robin rise sommessamente e si avviò verso le stanze femminili per preparare uno zainetto. Zoro controllò le sue spade e sorrise soddisfatto quando il metallo luccicò alla luce della luna. Semmai dovessimo incontrare gli alieni, assaggeranno le mie lame, pensò. Nel frattempo Sanji aveva finito di preparare gli spuntini e Franky stava già girando il timone per raggiungere l’isolotto.

“Uhm...ragazzi? Credo che mi stia venendo un attacco di Nonandiamosuquellisola-ite e credo che non potrò seguirvi nell’esplorazione,” disse Usopp raggomitolandosi su se stesso e poggiando una mano sullo stomaco.

“Come vuoi. Vorrà dire che rimarrai di guardia tutto solo.” Disse Zoro “E se gli alieni dovessero sfuggirci sarai tu da solo a proteggere la nave...” non fece in tempo a finire la frase che Usopp si rialzò e disse “Coraggio, gente!! Si va in esplorazioneee!!”

***



L’isolotto era ricoperto da una fitta vegetazione che appariva dalla spiaggia buia come le fauci spalancate di un mostro. Sembrava che a Usopp fosse venuto un altro attacco di “Nonandiamoinquelboscospaventoso-ite” e Chopper dovette trasformarsi nella sua forma umana per caricarselo in spalla rassegnato. Nami distribuì dei razzetti segnalatori, uno per ogni gruppo, riservandone uno speciale per Zoro. Si sentì offeso e fece per controbattere, ma fu agganciato da un braccio gommoso di Rufy che lo trascinò via sparato a tutta velocità.

La corsa durò circa dieci minuti, e quando Zoro riuscì finalmente a rialzarsi vide che si trovava nel fitto della foresta. Si girò verso Rufy, che fissava il vuoto davanti a se, e gli urlò “Ti sei forse impazzito??!! Adesso non abbiamo la minima idea di dove ci troviamo!” Rufy rimase immobile. Zoro si avvicinò, preoccupato che gli fosse successo qualcosa. “Forza Rufy, cerchiamo l’usc---“ si fermò e vide che il suo capitano si era addormentato, in piedi!! Gli diede un pugno sulla testa “Tu, stupido...” Il capitano continuava a dormire, quindi Zoro dovette caricarselo in spalla. Scelse una nuvola, quasi invisibile nel cielo notturno, e la seguì.

Dopo circa un’ora di marcia, cominciò a spazientirsi. Si ricordò del razzetto segnalatore e lo tirò fuori dalla tasca. Se lo uso potrò tornare alla nave , pensò fissandolo, ma così facendo darei una soddisfazione a Nami. Continuò a camminare sovrappensiero, fissando l’oggetto, e non notò l’enorme voragine che si stagliava davanti a lui. Zoro fece un altro passo e si stupì di non trovare il terreno sotto il piede. Non fece in tempo a dire “A” che si ritrovò a ruzzolare giù per il cratere insieme a Rufy che ancora dormiva.

Finita la caduta, si mise a sedere massaggiandosi il collo, invidiando il corpo di gomma del capitano. Si alzò in piedi e si guardò intorno per avere un’idea di dove si trovasse. Come non detto: non ne aveva la minima idea. E come se non bastasse, aveva perso di vista la nuvola. Sospirò, si rimise Rufy in spalla e cominciò ad incamminarsi, quando la sua attenzione fu catturata da un lieve bagliore azzurrino proveniente dal centro del cratere. Si avvicinò. Trattenne il respiro e poggiò una mano sull’elsa delle sue spade. Erano forse gli alieni?

Arrivato in fondo si rilassò. Non si trattava di alieni. A emettere il bagliore era una sfera, un po più grande di lui, che sembrava fatta di acqua marina, ma troppo scura e compatta per essere semplice acqua. Si tenne a debita distanza anche se non sembrava essere pericolosa. Aveva una strana sensazione guardandola, come se fosse viva e lo stesse studiando. Gli girò intorno, la sua immagine veniva riflessa dalla superficie liscia. Si fermò, posò Rufy a terra e sparò il razzetto. Gli altri arrivarono nel giro di dieci minuti.

Alla vista della sfera Nami impazzì “Scommetto che è un tesoro!!Forza, carichiamolo sulla nave! Sanji-kun, occupatene tu!”

“Sì, mio angelo!!” e si avviò verso la sfera. Zoro di solito gli diceva che era un idiota, quando il cuoco si comportava così, ma stavolta tacque. Continuava a fissare la sfera, sconcertato, quella sensazione che aveva sentito poco fa permaneva. Quando Sanji la toccò per spostarla, a Zoro parve che qualcosa dentro di essa si muovesse.

Strizzò gli occhi e guardò di nuovo la sfera che ora rotolava, spinta da Sanji e Franky.

Sembrava che non si muovesse niente.

Sarà stata un’allucinazione...Nel frattempo Rufy si era finalmente risvegliato e fissava incantato la sfera. Robin la fissava assorta. Le ricordava qualcosa. Sì, ma che cosa?

***



Era stata una faticaccia caricarla sulla nave. Erano tutti stanchi, ma almeno adesso la sfera giaceva davanti a loro, sul ponte principale della nave. Zoro continuava a fissarla. Cos’era quella sensazione?? Perché si sentiva così...a disagio? Rufy gli correva intorno, gridando eccitato “Sono gli alieni!! Li voglio nella ciurma!”

Chopper si spaventò e disse “Waaaaah!! Gli alieni! Ci conquisteranno!!!”

Ma Usopp gli afferrò una spalla dicendogli, fieramente “Eh eh, non temere mio caro Chopper. Ti ho mai raccontato di quella volta che degli esseri verdi e bavosi...” e Chopper ascoltava incantato quella colossale bugia, interrompendolo ogni tanto con dei “Davvero?!” o “Ma non hai avuto paura?”

Nami si stava cimentando in calcoli matematici, e ad ogni nuovo risultato esclamava eccitata “Questa sfera varrà una fortuna!!”

Robin continuava a fissarla rapita. Adesso teneva in mano un vecchio tomo. Cosa le ricordava quella misteriosa sfera?? Alzò la testa quando sentì un insolito silenzio, prima colmato della urla di Rufy.

Il capitano si era fermato ed era diventato improvvisamente serio. Guardò Sanji e gli disse, indicando la sfera azzurra “Sanji, ho fame. Puoi cucinare questa cosa?”

“Vedrò cosa posso fare..” non fece in tempo ad elencare tutti i possibili cibi, che Nami urlò arrabbiata “Il mio tesoro non si tocca!!”

Brook disse calmo “Secondo voi questo affare avrà le mutandine??” e girò lentamente la testa verso Nami e aprì la bocca per porgergli la fatidica domanda, ma fu zittito dalla scarpa nera del cuoco. Nel frattempo Rufy si era riaddormentato e Nami lo stava picchiando arrabbiata. Franky tentò di portare la pace tra i due, invano.

Agli strilli la sfera reagì: il colore azzurrino diventò torbido e la flebile luce che emanava si spense quasi del tutto. A Zoro parve di sentire qualcuno sospirare e pronunciare qualcosa sottovoce. Trasalì. Aveva la conferma. “Oi!..Oi!..Ragazzi! Sono certo che questa cosa è viva.”

Ci fu il silenzio. Rufy, che si era risvegliato, ribadì che si trattava di alieni. Nami gli disse che non poteva essere perché quello era una gigantesca pietra preziosa (sottolineò la sua pietra preziosa). La spavalderia di Usopp pareva essersi spenta e corse dietro l’albero maestro “Ragazzi, io vi copro le spalle.”

La constatazione di Zoro scatenò il putiferio: chi diceva che era una cosa viva, chi diceva che era un oggetto e la discussione finì con le parole di Robin “Allora qualcuno la tocchi e facciamola finita.”

Nami disse “Ottima idea Robin. Zoro tu hai detto che è viva, quindi tocca a te toccarla”

“Cosa? Non ci penso nemmeno! Io non sono come quel cuoco donnaiolo che sottostà ai tuoi ordini!” disse Zoro in sua difesa.

“Come mi hai chiamato, palla di muschio?” e gli sferrò un calcio che l’altro parò prontamente con una spada. Mentre quei due litigavano, lanciandosi insulti di ogni genere, Rufy avanzò serio verso la sfera e le poggiò sopra una mano.

Tutti lo guardarono in silenzio. Passarono alcuni lunghissimi secondi, poi Nami chiese “Allora? Senti qualcosa?”

Rufy rimase in silenzio, poi scoppiò in un urlo dolorante e cominciò a correre tenendosi la mano “Scottascottascotta!!!! È diventata bollente!!” e si buttò in acqua. “Aiuto...glug..affogo!” e scomparve sotto la superficie dell’acqua. Brook e Chopper, dimenticandosi che nemmeno loro potevano nuotare, si buttarono a salvarlo.

“Idioti,” e Sanji, accompagnato da Zoro, cominciarono a togliersi le magliette per buttarsi e andarli a salvare, ma la sfera li anticipò: il colore si fece più torbido ancora e delle linee bianche, simili a spuma, cominciarono a rigarne la superficie. L’acqua intorno ai tre semi-affogati si modellò in modo da formare una specie di ponte che li riportò sulla nave; le correnti cambiarono e li spinsero delicatamente sul ponte. Nessuno si accorse che era stata la sfera a salvarli, tutti erano concentrati sui tre stesi a terra privi di sensi. Franky disse che si era fatto tardi e che forse era meglio andare a dormire e mettere a riposo i tre. Nessuno ebbe niente da obbiettare: tutti erano molto stanchi.

Ognuno si avviò al proprio dormitorio. Zoro guardò un ultima volta la sfera. Il suo colore era ritornato azzurrino e appariva rilassata, come se anche lei stesse per andare a dormire. Zoro sentì un suono lieve e cristallino nella sua testa che gli augurava la buona notte. Trasalì di nuovo. Poi si rilassò. Sarà la stanchezza... e chiuse la porta dietro di sé.

***



La mattina seguente era calda e soleggiata, ma sembrò incupirsi quando tutti si ritrovarono sul ponte e la sfera era sparita. Nami accusò gli altri di averle rubato il tesoro; Usopp e Chopper erano terrorizzati; Rufy appariva deluso dal fatto che gli alieni se n’erano andati senza salutare.

Nel bel mezzo della discussione, si sentirono dei passi.

Toc..Toc..Toc..

Si guardarono l’un l’altro. Erano tutti lì, quindi doveva essere un estraneo.

Toc..Toc..Toc.. I passi si avvicinavano.

Tutti si misero in posizione di guardia, pronti a ricevere un qualsiasi attacco.

Toc..Toc,toctoc. I passi si fermarono.

Poi si udì una voce femminile, cristallina e calma, come le onde del mare che sbattono pigramente contro gli scogli.

Juron” disse la voce e delle radici spuntarono dal ponte, avvinghiandoli e immobilizzandoli al suolo.

Toc..Toc..Toc..

Dalla parte in ombra del ponte si staccò una figura femminile. La misteriosa figura era alta, di circa la stessa età di Zoro e Sanji, dai capelli biondi mossi e lunghi fino alla vita. Zoro la studiò dal basso all’alto. Indossava degli stivali neri decorati d’argento, alti fino a metà coscia; dei pantaloni neri aderenti e sulla coscia destra, una fascia assicurava un pugnale ondulato seminascosto dallo stivale, probabilmente un kriss; la camicia a maniche corte finiva sopra l’ombelico ed era quasi completamente sbottonata, lasciando intravedere un top a fascia nero; la parte scoperta era fasciata da bende di cotone bianco; sul’avambraccio sinistro c’era una specie di bracciale; sulle spalle era appoggiato un mantello nero con i bordi argentati; al collo portava una catenella con un ciondolo a forma di goccia, il cui materiale ricordava quello della sfera; dietro le spalle si vedevano le else di due spadoni incrociati sulla sua schiena, riposti in due fodere nere; a tracolla portava una borsa anch’essa nera decorata d’argento; aveva l’occhio sinistro coperto dai capelli, come Sanji, mentre l’altro era di un colore zaffiro intensissimo.

“Liberaci subito!!” le ordinò Rufy, agitandosi come un forsennato.

“Solo se mi date la vostra parola che non mi attaccherete come stavate per fare prima” la stessa bellissima voce.

“Va bene, ma tu liberaci!!” promise Rufy.

La ragazza fece un cenno della mano e le radici si ritrassero. Sembrò rilassarsi un pochino.

Sanji, accortosi che era una donna, cominciò a correre verso di lei. La ragazza lo intercettò e con un calcio lo stese a terra, arretrò, mise una mano sull’elsa di uno dei due spadoni e spostò il baricentro in basso . Nami la rassicurò che Sanji non voleva farle del male e che non c’era nulla da temere. La ragazza la scrutò per un lungo momento, poi si rilassò, abbassò la mano e si avvicinò a Sanji. Gli poggiò una mano sulla schiena e pronunciò sottovoce “Saifogeo.” Un lieve bagliore rossiccio le avvolse il palmo, trasmettendolo a Sanji. L’attimo seguente il cuoco era di nuovo in piedi, più in forma di prima, pronto a riprendere il corteggiamento, ma fu fermato da Rufy.

“Come ti chiami?” le chiese.

“Perchè dovrei dirvi il mio nome, non vi conosco nemmeno,” rispose diffidente.

Zoro dovette riconoscere che aveva ragione, quindi le chiese “Come sei arrivata sulla nave?”

“Mi avete portato voi qui,” disse “Ricordo anche che tre di voi stavano per affogare e che sono intervenuta giusto in tempo per salvarli,” aggiunse.

Improvvisamente capirono. I Mugiwara si scambiarono l’un l’altro uno sguardo incredulo. La sfera non era una pietra preziosa, né un meteorite: serviva a proteggere la ragazza dalla caduta. Zoro si spiegò la strana sensazione che aveva avuto la sera prima.

Usopp e Chopper cominciarono a correre per la nave urlando “AAAAAAHH!!!GLI ALIENI VOGLIONO CONQUISTARCI!!!” la ragazza li guardò perplessa, indecisa se prenderlo come un altro attacco o meno.

Intanto Brook le si era avvicinato piano piano e, sorprendendola alle spalle, disse tutto allegro “YOHOHOHOHOH!!! Mi fa vedere le sue mutandine??!”

La ragazza si girò di scatto e improvvisamente svenne. Sanji la prese in tempo per non farla cadere a terra e lanciò a Brook parole cariche di rabbia “Stupido! Non si trattano così le donne! Non puoi arrivare alle spalle di tutte e chiedere delle mutandine in quel modo!! Va fatto con molto più tatto!” Chopper smise di correre e disse loro di portarla in infermeria.

***

La ragazza riposava, ancora svenuta, sul lettino nell’infermeria mentre Chopper la visitava. Mettendogli uno zoccolo sul polso per sentire il battito, rimase stupefatto. “Questa ragazza non è normale...” poi gli tastò il petto appena sotto le clavicole e rimase ancora più stupefatto. Poi le controllò il collo. Entrambi i lati di esso avevano dei taglietti così sottili che erano quasi invisibili, ma non erano ferite. La renna diede voce a ciò che aveva scoperto, parlò con un tono serio e deciso “Non è umana. Sentendo il battito, ho notato quattro pulsazioni diverse. Ciò vuol dire che ha quattro cuori. Inoltre ha tre tipi di vene differenti. Tastando il petto poi ho sentito che l’aria si dirama in sei polmoni diversi, mentre altri due servono per respirare con le branchie. ” Indicò i taglietti. Aveva anche notato delle ferite piuttosto recenti che in qualche modo gli erano familiari. Guardò di sottecchi Zoro, il quale non sembrò accorgersi di nulla.

Questa rivelazione portò lo stupore generale. Solo Robin rimase impassibile, anzi, addirittura sorrise compiaciuta. “È giusto dire che questa ragazza non è umana, infatti è un Antico” tutti la guardarono con un’espressione interrogativa. Robin continuò “L’ho scoperto ieri, leggendo un vecchio libro. Gli Antichi sono quelle entità che crearono il mondo. Ognuno di loro controlla a proprio piacimento un elemento naturale come il fuoco o il vento. Hanno tre trasformazioni possibili: Umana, ibrida e animale, come i frutti zoo-zoo. La trasformazione animale può variare. Furono loro a creare i Frutti del Diavolo, per concedere agli uomini un potere simile al loro.”

Chopper, che mentre Robin spiegava, continuava la sua visita, l’aveva delicatamente girata a pancia sotto e le aveva tolto le bende, scoprendo quello che nascondevano. “Questi Antichi devono anche essere immortali, per sopravvivere con una cosa del genere...” Tutti guardarono la schiena della ragazza.

Nami si coprì la bocca con le mani,impressionata. “Mio Dio...” disse Usopp.

Sulla schiena della ragazza, più precisamente nella zona lombare, c’era una grande ferita aperta a forma di rosa stilizzata. Fortunatamente non sanguinava.

“Dev’essere stata questa a farla svenire, non la paura,” ipotizzò Brook.

Il mantello si era rivelato di essere non un mantello, ma un paio di grandi ali nere, con i bordi d’acciaio affilatissimo.

“In effetti gli Antichi sono immortali. Possono vivere per più di mille anni, dimostrandone al massimo venti, e riescono ad autocurarsi le ferite più banali e i colpi di pistola non hanno effetto su di loro. Solo un punto sul loro corpo, se centrato, può ucciderli. E questo punto si sposta continuamente nel corso della giornata. Inoltre si può vedere solo se l’Antico viene toccato da una specifica pietra.”

“Allora è quasi impossibile ucciderli,” abbreviò il discorso Franky.

“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin. Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.

“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”

Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”

I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.

Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. Voglio avere la conferma... le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.


I nomi "Juron" e "Saifogeo" li ho presi dall'anime/manga Zatchbell dato che non me ne venivano in mente di migliori xD
La storia è ambientata dopo Thriller Bark e prima di Sabaody, come avrete già capito ^^
Beh, che ne dite? Dovrei lasciar perdere?
Ah, ecco un logo che ho fatto =)
[IMG]ancientsagalogo2[/IMG]
 
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AngelSword
view post Posted on 6/8/2011, 19:25




Premessa
Occhio gente: capitolo extra-lungo!! Spero vi piaccia e buona lettura! ^^ Rispondete please =3
Capitolo 2 - Andrà Tutto Bene

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Lo sguardo dei Mugiwara si spostòdalla ragazza all’ altro capo della stanza,incredulo.
Così avanti e indietro. Quella cicatrice sul petto era inconfondibile: la stessa di Zoro. Alla
fine una risata sguaiata spezzò il silenzio. Tutti si girarono verso
il Capitano che si spanciava dalle risate.<o:p>

“Non c’è niente da ridere!!Questa
è una cosa seria!” lo rimproverò Nami.<o:p>


Zoro era in piedi. Teneva i
muscoli tesi. Continuava a fissare la ragazza sul letto. La sua mente era
sgombra da ogni pensiero, e quando cercava di ricostruire i fatti appena accaduti, ritornava vuota, incapace di formulare qualsiasi cosa.<o:p>


Sanji era il più incredulo di
tutti. Continuava a spostare lo sguardo dal letto a Zoro. Non riusciva ad
accettare il fatto che una ragazza così bella fosse legata ad un idiota senza
cervello come quello spadaccino. Diede un ultimo sguardo alla ragazza poi si
voltò verso Zoro e con un movimento fulmineo gli scagliò un calcio. “Come puoi
tu...!!”<o:p>


Zoro si riscosse, come se si fosse
appena svegliato, distolse lo sguardo dalla ragazza e lo
indirizzò verso il
piede che si avvicinava, ma non fece in tempo a parare il colpo.<o:p>


Il calcio lo colpì al
fianco. Poi tutto accadde con una velocità impressionante.<o:p>


Anche la ragazza sentì il
colpo,si svegliò di soprassalto e vide Sanji che si preparava al
prossimo colpo. In un secondo lei era in piedi tra Sanji e Zoro,bloccò il calcio di Sanji con la
gamba e la spada di Zoro con un angolo affilato dell’ala.
Teneva lo sguardo fisso di fronte a sé e respirava lentamente. Con una mano si
teneva ancora il fianco “colpito”. Quindi quello che Robin aveva
detto era vero: la ragazza condivideva il dolore fisico di Zoro.<o:p>


Sanji ritirò la gamba e si
riportòsu due piedi e lei abbassò la propria. Zoro non si mosse.
Non riusciva a credere a quello che era appena successo. Si era mossa con una velocità
impressionante e bloccato il suo colpo con altrettanta
rapidità e facilità. Pressò con tutta la sua forza la spada sul bordo della sua
ala. La ragazza non fece una piega e la sua ala non si spostò di un centimetro.
Rimasero così per alcuni secondi finchè la ragazza voltò lentamente
la testa verso di lui e gli disse sorridendo “Se continui così, i tuoi muscoli
finiranno per infiammarsi. Non ti preoccupare, le mie ali sono molto forti, non
c’è bisogno di saggiarne la forza”<o:p>


Zoro senti i capelli sulla nuca
rizzarsi mentre riponeva la spada: era quello a cui stava pensando!
Stava pensando di vedere quanto ancora la ragazza avrebbe resistito. <i
style="">Non mi dire che adesso gli Antichi possono
leggerti nel pensiero...<o:p>


La ragazza ripiegò
l’ala. Si guardò intorno studiandoli uno ad uno. Infine il suo sguardo
si posò su Brook. Avanzò qualche passo verso di lui e gli chiese, sempre
sorridendo “Tu prima mi avevi chiesto di farti vedere le mie mutandine, vero?”<o:p>


Brook imbarazzato rispose
“Ehm, sì, è così...”<o:p>


“Mi dispiace dirtelo, ma
adesso non posso proprio fartele vedere. Magari la prossima volta,
ok?”La ragazza sembrava davvero dispiaciuta.<o:p>


Brook era sul punto di svenire: mai
una ragazza aveva accettato la sua richiesta! Lei sembrò non
curarsene. Poi si girò verso la porta e, mentre prendeva le sua cose, disse
“Bene, grazie per l’ospitalità, ma ora devo andare.
C’è una persona che mi sta aspettando.”<o:p>


“Hey,aspetta! Dicci almeno
come ti chiami!” le disse Rufy<o:p>


La ragazza girò il viso quel che
bastava al suo occhio per squadrarlo. Poi si voltò e gli disse “Mi chiamo Aqua,
Antico dell’acqua e del fuoco...anche se non mi aspetto che voi sappiate cos’è
un Antico” poi aggiunse con un tono malinconico “Ormai ci hanno dimenticato
tutti.” <o:p>


Rufy sfoderò uno dei suoi
sorrisi a trentadue denti “Io sono Rufy e questa è la mia
ciurma. Sappiamo cos’è un Antico, quindi non siete stati completamente dimenticati.”<o:p>


La ragazza sembrò stupita e
gli chiese “Voi siete pirati?”<o:p>


“Sì,”
disse Rufy,sorridendo ancora di più.<o:p>


La ragazza sembrò rallegrarsi
“Allora è tutto a posto,ecco perché non vi aveva detto niente il mio nome.” Tutti
la guardarono senza capire. Lei,interpretando i loro sguardi come una muta
domanda, aggiunse “Sono meglio conosciuta come
Zalenia.”<o:p>


“Zalenia!!??”
esclamò Nami.<o:p>


“Sì,
Zalenia.” Confermò la ragazza.<o:p>


“Non è
possibile...” Nami cascò in
ginocchio e si mise una mano sulla bocca, spaventata.<o:p>


“Nami-san, cosa
c’è?” chiese
preoccupato Sanji.<o:p>


“Zalenia...” disse
Nami,la sua voce, già flebile, uscì attutita dalla mano,
“Quel nome..è quello di una pericolosissima sicaria che sta sulla lista nera della Marina...Zalenia, la rosa mortale, taglia 850 milioni di Berry...”<o:p>


Anche Zoro si era irrigidito
sentendo quel nome: come ex cacciatore di pirati lo conosceva benissimo. Si diceva
che la Marina non appendesse i poster di Zalenia perché
nessuno era mai rimasto vivo dopo averle scattato una foto, o solo dopo averla vista...anche
perché i fotografi della Marina fuggivano via in preda al terrore quando
vedevano una delle sua stragi. Si dice che più volte la Marina gli avesse
chiesto di entrare negli Shichibukai, ma gli uomini incaricati di riferirgli il messaggio,
solitamente di alto grado, non ritornavano mai dai loro viaggi come tutto il loro
equipaggio. La cosa più sconvolgente di tutte è che Zalenia imperversava da più
di 800 anni.<o:p>


“Questa ragazza”
disse lo spadaccino, controllando a stento il tono, “ha ucciso molti
pezzi grossi della Marina senza pietà, per non parlare delle oltre 600 basi
completamente rase al suolo... non un sopravvissuto...”<o:p>


Persino Rufy appariva
impressionato. Tutti si volsero a guardare la ragazza. Lei
guardò Zoro e sorrise come se tutto ciò non significasse niente
“Sì, esatto, bravo. Le mie lame hanno conosciuto parecchi Marines.”<o:p>


Poi s’irrigidì di
colpo. Si voltò e guardò attraverso l’oblò sulla porta.
Zoro stava per farle una domanda, ma lei lo fermò alzando una mano. “Scusatemi un
attimino solo...” e uscì. Qualche secondo dopo la barca s’inclinò pericolosamente di
lato. Brook cadde a terra insieme a Franky. Rufy trattenne Robin e Sanji prese Nami tra le
braccia (non c’è bisogno di dire quanto abbia goduto). Poi, quando la barca si stabilizzò, tutti
uscirono sul ponte. Videro un gigantesco mostro marino che stava per attaccare la nave. Aqua era di fonte a lui, in volo, le sue ali nere si muovevano
ritmicamente su e giù, facendo tintinnare le lame d’acciaio.<o:p>


“ Constellatio
Cigni...” si lanciò contro il ventre dell’animale e un secondo dopo era
dall’altra parte del mostro. Sorrise “...Wing Slash!” 
Nella pancia del mostro si aprì un gigantesco squarcio la cui
forma ricordava la costellazione del cigno. Aqua atterrò aggraziatamente e
senza far rumore sul ponte della nave. Si girò verso la ciurma esterrefatta e
disse sorridente “Ragazzi, si mangia!!”<span
style="color: rgb(84, 141, 212);"><o:p>


Non era sporca nemmeno con una
goccia di sangue. Era l’attacco più veloce che Zoro avesse mai visto. Nemmeno
Brook sarebbe riuscito a raggiungere una velocità simile. Rufy subito si
rallegrò e urlò “Sììììììììììììì!!!SI
MANGIAAAAAAAA!!! SANJI,OCCUPATENE TU!”<o:p>


Sanji ridacchiò
“Va bene capitano, datti una calmata” e si avviò verso la cucina<o:p>


“Aspetta! Ti
aiuto!” gli disse Aqua e con un agile salto raggiunse gli altri sul secondo piano di
poppa. Sanji le aprì la porta (si era già portato in modalità cascamorto) e lei entrò
sorridendo al gesto gentile.<o:p>


Durante l’attesa del pranzo,
si erano tutti riuniti per discutere nella nuova arrivata. “Non
possiamo tenerla con noi” attaccò Zoro “è troppo pericolosa. Potrebbe ucciderci tutti nel bel
mezzo della notte. E mi dispiace dirlo ma nessuno di noi, nemmeno Rufy, riuscirebbe
a tenergli testa in un combattimento aperto.”<o:p>


“Sì,
ma...” cominciò timidamente Chopper “Non ci ha fatto niente quando ne aveva la
possibilità ed è anche molto gentile...” poi aggiunse “e non mi dispiacerebbe
studiare il suo corpo: la sua struttura è favolosa. Potrei anche scoprire
qualcosa.”<o:p>


“È un
Antico,magari può dirmi qualcosa riguardo gli anni bui...” disse Robin e si chiuse
nei suoi pensieri.<o:p>


“Se è l’Antico dell’acqua dovrebbe
conoscere molti fondali marini qui intorno. Poi chissà quanti tesori avrà
raccolto nelle basi della Marina!!” disse eccitata Nami<o:p>


“ah, no no no!! Io non
voglio una serial killer in giro per la nave!!” disse Usopp terrorizzato.<o:p>


“A me sembra una
SSSUUUUUUPEEEEEEERR ragazza!!” disse Franky mettendosi nella sua tipica posa.<o:p>


“Chissà se sa
suonare qualche strumento....” pensò ad alta voce Brook.<o:p>


<span
style="color: black;">Tutti si girarono verso il capitano,che era l’unico che fin’ora non aveva
ancora parlato “Avanti Rufy, dicci cosa ne pensi tu.”<o:p>


Rufy aveva le braccia incrociate e
teneva le testa bassa. La sua espressione era coperta dall’ombra del cappello. Poi
sorrise e urlò “LA VOGLIO NELLA MIA
CIURMAAAAAAA!!!!”<o:p>


“Sì, sono
d’accordo” dissero Chopper e Brook all’unisono.<o:p>


Usopp parve rassegnarsi. Zoro non
riusciva ad accettare l’idea, ma sapeva che quando Rufy
decideva una cosa niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea. Sospirò. <i
style="">Vedremo se anche stavolta la mia fiducia sarà ben riposta, pensò e
si preparò mentalmente ai prossimi giorni che avrebbe passato ad allenarsi più
duramente del solito.<o:p>


Nel frattempo nella cucina, Aqua
stava apparecchiando mentre Sanji affettava le verdure. “Allora Aqua-chan,”
ruppe il ghiaccio Sanji, “sei anche tu una ricercata...”<o:p>


“Sì, ma in tutto
questo tempo non mi hanno mai presa nemmeno una volta! E fidati, è da molto
che sono ricercata, fin da quando era bambina....”<o:p>


“Un po come Robin-chan. Non
ti preoccupare: non ti cacceremo perché hai una taglia sulla testa! Mi
chiedo solo che cosa ne pensavano i tuoi genitori a riguardo...”<o:p>


Aqua esitò un momento prima
di appoggiare sul tavolo l’ultimo piatto “I miei
genitori...” la sua espressione si fece triste. Si sedette su una sedia “Tutta la mia
famiglia è morta quando ero piccola, mi rimane solo il mio fratellone. È da lui che
stavo andando.”<o:p>


“Oh, mi dispiace, non
volevo...”
si scusò Sanji.<o:p>


Aqua alzò la testa e lo
guardò sorridendo “No, non ti preoccupare...” poi la
abbassò di nuovo. “Io...non ti faccio paura?”<o:p>


“Eh, paura?” chiese stupito il
cuoco.<o:p>


“Sì,insomma...sono
una sicaria che ha ucciso un sacco di gente, poi hai visto come ho trapassato quel
mostro...anche il tizio con i capelli verdi ha una certa paura: crede
che io vi possa uccidere tutti...”<o:p>


“Chi, Zoro? Tsè,
lasciala perdere quella palla di muschio. Come si può avere paura di una
ragazza bella come te?!”<o:p>


Lo guardò di nuovo.
Sembrava felice di ciò che le era stato detto “Grazie. Di
solito tutti fuggono in preda al terrore appena mi vedono. È la prima volta che qualcuno
non mi teme, tranne mio fratello.” Poi guardò la tavola apparecchiata
“Ho finito di apparecchiare. Cos’altro posso fare?”<o:p>


Sanji alzò la testa delle
verdure che stava lavando e contò i posti apparecchiati
“Perché hai sistemato solo nove posti?”<o:p>


“Non penso che dovrei
rimanere di più...”<o:p>


<span
style="color: black;">Sanji le sorrise “Avanti
metti un altro posto: ti devo almeno far assaggiare alcune delle mie
specialità”<o:p>


Il viso di Aqua
s’illuminò “Subito!” e salto in piedi. Poi si voltò
a guardare l’acqua che stava per bollire sul fuoco. “Ti consiglio di mettere ora le verdure a
lessare e di lasciarle andare a fuoco lento.”<o:p>


“Perché?
L’acqua non bolle ancora...”<o:p>


“Proprio per questo: se si
mettono quando l’acqua già bolle il cambiamento di
temperatura è troppo veloce per le verdure, poi quando si spegne il gas l’aria fredda di fuori
le fredda molto velocemente, mentre se si mettono un po prima e le si lascia andare a
fuoco lento il cambiamento di temperatura sarà più lento e graduale. Ovviamente sei
tu l’esperto...”<o:p>


Sanji contemplò la pentola con
l’acqua, riflettendo su quello che Aqua gli aveva appena
detto. Poi si voltò verso di lei e le sorrise di nuovo. Aqua si trattenne a stento dal non
abbracciarlo: nessuno era mai stato gentile con lei da quando era una
ricercata. “Come hai fatto a capire che l’acqua
stava per bollire da quella distanza?” le chiese Sanji<o:p>


“Beh, sono
l’Antico dell’Acqua quindi riesco a sentire e controllare tutti i liquidi.”
Ridacchiò “Anche perché quando ero piccola cucinavamo io e mia madre, quindi ci ho fatto anche
un po l’abitudine”<o:p>


“Sai anche
cucinare!!!” Incredibile: una ragazza bellissima che sapeva combattere e cucinare!
Sanji non poteva crederci. Sì voltò troppo bruscamente ed
urtò una pila di piatti là vicino. Aqua fu velocissima: si mise a testa in giù
tenendosi sulle mani e divaricò le gambe in una spaccata facendo cadere i piatti su di esse. Non aveva
usato le mani.<o:p>


“Incredibile, sei riuscita a
prenderli senza usare le mani. E io che credevo di essere l’unico che potesse
farcela...” disse Sanji mentre prendeva i piatti.<o:p>


“Io non uso mai le mani
quando combatto corpo a corpo” disse la ragazza mentre si alzava
“Mi servono per maneggiare le spade, quindi non posso rischiare di rovinarle lanciando
pugni.”<o:p>


Dategli un pizzico, non ci poteva
credere di nuovo. Aveva trovato la ragazza dei suoi sogni: bella, che
sapeva cucinare e combatteva con i calci come lui! <o:p>


<span
style="color: black;">“Scusami,” gli
disse Aqua.<o:p>


<span
style="color: black;">“Cosa?”<o:p>


“Per prima, sul ponte, ti ho
fatto del male quando tu non volevi farmi niente...certe volte non sono molto
ragionevole e agisco prima di pensare...”<o:p>


Sanji le porse una rosa rossa, presa
chissà dove, “Una donna non deve essere
ragionevole” le disse<o:p>


La ragazza prese la rosa e
arrossì lievemente. Poi alzò lo sguardo su di lui
“Grazie” e se la mise tra i capelli. “Come sto?”<o:p>


“Sei più bella di
un angelo!!” Sanji era proprio partito.<o:p>


La ragazza si girò e disse
“Ok, è pronto. Vado a chiamare gli altri!”<o:p><span
style="">


***<o:p>


A tavola, Sanji aveva fatto sedere
Aqua vicino a lui. Stupido cuoco, se le inventa proprio tutte,pensò Zoro. Almeno lui
sedeva dall’altra parte del tavolo, ma non bastò a fargli abbassare la guardia.<o:p>


Durante il pranzo L’Antico
parlava con tutti allegramente,raccontandogli di suo fratello maggiore, della sua
strana struttura corporea, di sé, e rispose a tutte le
domande che le porgevano. Poi guardò Zoro e le sue tre spade. Lo spadaccino
si sentiva a disagio sotto quello sguardo color zaffiro, portandolo anche ad
agitarsi un po sulla sedia. <o:p>


“Anche mio fratello
è uno spadaccino,” gli disse sorridendo “Mi faceva lui da maestro. Anche lui ha
due spadoni come i miei,” rise sommessamente. “Devi essere davvero
bravo per tenerle tutte e tre.” Accennò con una veloce occhiata alle tre else appese
all’haramaki verde.<o:p>


“Beh...a quanto pare
sì...” disse Zoro imbarazzato.<o:p>


Trattenne i suoi occhi ancora
qualche secondo su di lui e poi spostò il suo sguardo su
Rufy che stava divorando di tutto. Rise “Datti una calmata, altrimenti ti
strozzerai”<o:p>


<span
style="color: black;">Rufy non le rispose: era troppo occupato a “mangiare”. “Non ti
arrabbiare: quando mangia fa sempre così” le disse Nami. <o:p>


“Non c’è problema: se uno ha fame,
ha fame!” replicò Aqua sorridendo. Poi Rufy provò a rubare dal suo piatto come
faceva sempre con tutti. Allungò una mano, ma fu bloccata da
un rapido movimento di Aqua. “Avrai anche fame, ma non è un buon motivo per rubare dal mio
piatto” gli disse.<o:p>


“Stupido! Non osare rubare
dal piatto delle ragazze!” gli disse Sanji dandogli un calcio.<o:p>


“Non
c’è bisogno che gli fai male!” disse Aqua a Sanji.<o:p>


“Oh,no. Non gli fa niente.
Rufy è diventato di gomma dopo aver mangiato un frutto del diavolo.”
Gli spiegò Nami.<o:p>


“Un frutto del diavolo...ah,
ecco perché ieri stava per affogare! Se sei fatto di gomma devi
aver mangiato il Gum-Gum.” Poi si voltò verso Brook “Tu
visto che sei uno scheletro vivente, devi aver mangiato per forza lo Yomi-Yomi. E tu...l’Homo-Homo che
ti ha dato delle fattezze umane insieme a quelle da renna che già
avevi,” disse rivolta verso Chopper. Poi si girò verso di Robin “Tu devi aver
mangiato....” Riflettè per un momento “Uhmm...Ci sono! L’ Hana-Hana!”<o:p>


“Hai capito tutto a prima vista, impressionante,” disse l’archeologa.<o:p>


“Beh, siamo stati noi
Antichi a creare i Frutti del Diavolo, quindi è normale che li sappia
riconoscere e classificarli. Una volta io stessa ho fatto crescere dei
Frutti.”<o:p>


“Dei Frutti del Diavolo?!” chiese Usopp.<o:p>


“Sì, esatto. Ma
sono riuscita a modificarli un po: ho fatto in modo che il loro “effetto
collaterale”, quello della capacità di nuotare, non desse più
problemi, - insomma, un Antico dell’Acqua che non sa nuotare mi sembra una cosa abbastanza
ridicola - ma se sono a contatto con l’acqua di mare perdono i poteri come
qualsiasi Frutto. Poi ce li siamo mangiati io e mio fratello: avevano un gusto
orribile.” Disse con una smorfia.<o:p>


“Quindi anche tu hai
mangiato un Frutto del Diavolo...” disse Zoro. Quella ragazza era ancora
più pericolosa di quanto avesse immaginato.<o:p>


“Sì,
più precisamente il Geno-Geno: questo frutto mi permette di modificare la struttura molecolare di
qualsiasi cosa, anche se è molto difficile controllarlo e costa molta
fatica usare il suo potere. Infatti non lo uso spesso. Mio fratello invece ha mangiato lo
Psyco-Psyco: il suo potere è quello di saper penetrare nella
mente delle persone e leggerne i pensieri, cambiarne gli stati d’animo, e
tutta quella roba lì. Ma su di me non ha effetto!” disse fiera.<o:p>


“Perché?”
insistè Zoro. Vediamo se ci rivela qualche punto debole...<o:p>


“Essendo l’Antico
dell’Acqua controllo anche l’agalmatolite, la pietra che neutralizza i
poteri dei Frutti, perché in fondo è mare solidificato. Inoltre ho allenato la mia
mente proprio per non essere “spiata”---”<o:p>


“AQUA, ENTRERAI A FAR PARTE
DELLA MIA CIURMAAAAA!!!” la interruppe Rufy che aveva finito di mangiare.<o:p>


“Cosa...? Non se ne parla
nemmeno” rispose Aqua. Il sorriso sparì dal suo viso. La rosa rossa
che le aveva dato Sanji prima perse un petalo.<o:p>


“Non mi interessa, tu entrerai a
far parte della mia ciurma punto e basta,” disse Rufy deciso.<o:p>


“Dai, sarà divertente,” le disse allegro Chopper.<o:p>


“Ma..”<o:p>


“All’inizio è un po difficile
convivere con questi, ma poi finisci per abituartici” le disse Nami.<o:p>


“Ma...”<o:p>


“Aqua , ti prego, resta con
noi!! Non riuscirei a vivere sapendoti lontana!!” disse Sanji con un tono molto
vicino al disperato.<o:p>


“Ma...”<o:p>


“Posso anche insegnarti a
suonare uno strumento,” disse Brook.<o:p>


“No.” fu la
lapidaria risposta della ragazza, anticipando anche quello che Franky stava per dire.
“Non posso entrare a far parte di questa ciurma. Ho mio fratello che mi aspetta.
Senza contare che vi metterei alle calcagna molti Marines a causa della mia
taglia...”<o:p>


“Tu verrai con noi perchè è così
che ho deciso!!” disse Rufy<o:p>


“Lo vuoi capire che non posso?!”
replicò Aqua. “Vi metterei in grave pericolo e io...” esitò un momento. La sua
espressione si rattristò e abbassò la testa, stringendo i pugni. “...non
voglio. Non voglio che le uniche persone che sono state gentili con me
siano in pericolo a causa mia.”<o:p>


“Non ti preoccupare per la
Marina. Chiunque ci ostacoli farà una brutta fine!” disse Rufy. Sorrise “Noi siamo
imbattibili.”<o:p>


Aqua riflettè per un
momento in silenzio. Poi alzò la testa e guardò il soffitto. Sospirò. “Solo
temporaneamente.”<o:p>


“No, per sempre,” la contraddisse Rufy<o:p>


“Non posso stare qui per sempre.
C’è mio fratello...” stette in silenzio un momento a guardare il soffitto. Poi
abbassò la testa e guardò il ragazzino col cappello di paglia. “Potete
accompagnarmi sull’isola dove mi sta aspettando. Nel frattempo posso valutare
se posso rimanere o meno. Affare fatto?” gli chiese e gli porse la mano.<o:p>


“Ok, affare fatto! Io sono Monkey
D. Rufy, il capitano. Questo è il nostro spadaccino Zoro, lei è Nami, la
navigatrice, Sanji è il nostro cuoco, Chopper è il medico, Robin è l’archeologa, Franky è il carpentiere, Usopp
è il cecchino bugiardo (“Non è vero!”
esclamò Usopp in risposta) e Brook è il musicista” presentò la ciurma
sorridendo e le strinse la mano.<o:p>


Aqua si voltò verso gli altri e
disse sorridendo “Lo sapete già ma, piacere, io sono Aqua!”<o:p>


<i
style="">Sembra che non riesca a perdere mai il sorriso. Zoro si stupì di aver
pensato ciò.<o:p>


Poi la ragazza si mise ad
osservare la porta. Sembrava in ascolto. Finalmente disse “Dobbiamo spostarci.
E in fretta.”<o:p>


“Perché? Che
succede Aqua?” chiese preoccupata Nami.<o:p>


“Le correnti, stanno cambiando.
Nel giro di dieci minuti qui ci sarà un mulinello. Vi aiuto
io a spostarvi. Voi tenetevi forte e fidatevi.” Si voltò e sorrise
eccitata “Andremo piuttosto veloce.”Poi usci sul ponte di corsa.<o:p>


Zoro guardò Rufy. Il suo
sguardo diceva tutto: non si fidava. Rufy gli rispose con un sorriso.
“Forza,usciamo sul ponte. Voglio vedere cosa farà” <o:p>


Uscirono appena in tempo per
vedere Aqua tuffarsi in mare. Aveva lasciato il pugnale, gli spadoni e
la borsa sopra la nave. La rosa rimase sulla superficie del’acqua
mentre lei andava in profondità. Poi la nave traballò: qualcosa
l’aveva spinta. Cominciò a girarsi. Quando diedero le spalle all’isolotto cominciarono ad
avanzare. Prima lentamente, poi sempre più veloce. Nel frattempo il
mulinello che Aqua aveva predetto si stava ingrossando. Rufy sembrava divertirsi andando a
quella velocità. Quando furono a distanza di sicurezza la nave si
fermò. <o:p>


Nami stava guardando il mulinello.
“Proprio come aveva detto Aqua. Se fossimo restati lì ancora qualche minuto
saremmo stati risucchiati...”<o:p>


Sanji andava avanti e indietro per
la nave agitato. “Aqua!!! Non la avremmo mica lasciata indietro!?” guardò verso
terra e si tolse la giacca. Stava per buttarsi in acqua quando fu trattenuto da
Zoro. “Lasciami, idiota muscoloso!” Si dimenò per liberarsi.<o:p>


Zoro aveva intravisto un movimento sotto la superficie dell’acqua, ecco perché
l’aveva fermato. Un secondo dopo, degli aculei uniti tra di loro con un sottile strato di pelle,
più alti dell’albero maestro della Sunny, emersero
dall’acqua. La luce del sole veniva riflessa e li faceva luccicare. Sanji rimase immobile e li
fissò. Zoro lo lasciò. Quegli aculei stavano emergendo dallo spazio intorno alla Sunny. Si
prepararono ad un attacco da parte di mostri marini. Sanji si preoccupò ancora
di più “Aquaaa!!”chiamò un’altra volta.<o:p>


A quel richiamo gli aculei si
immersero di nuovo ed emerse la testa della creatura,sollevando una grande
massa d’acqua. Sulla Sunny cadde una leggera pioggerellina.
Quando finì, Zoro rimase a bocca aperta. Davanti a loro si stagliava la gigantesca mole
di un drago marino. Il suo colore cambiava in continuazione a seconda delle
sfumature del mare e il sole faceva luccicare le sue squame. Si vedeva solo la
testa ed il lungo collo. Sulla sua schiena c’erano gli stessi aculei
di prima, solo che adesso erano appiattiti contro le squame. Ai lati della possente
mascella e sulla nuca c’erano delle piccole piumette celestine che si
muovevano a ritmo del suo respiro. L’occhio sinistro aveva su di esso una
cicatrice a forma di Z.
Ad entrambi i lati del collo aveva le branchie. Alcuni denti affilatissimi
sporgevano fuori dalla bocca chiusa. I suoi grandi occhi zaffiro li
stavano osservando, come in attesa. Ringhiò, ma non aggressivamente,
sembrava più un rauco sospirare. Chopper si riscosse e disse agli altri
“Fermi!Non attaccatela! Questa è Aqua!”<o:p>


“Come...?” disse
Usopp stupito.<o:p>


“Certo, questa deve essere
la sua forma animale,” disse Robin<o:p>


Tutti si ricordarono delle parole
che Robin aveva detto in Infermeria. Abbassarono la guardia. Sanji si tranquillizzò. “Stupendo...” disse Nami
ammirandola.<o:p>


“WAAAHOOOOO!!! Che forza Aqua è un drago marino!!Voglio farci un giro! Gomu gomu no..” e si
preparò al lancio.<o:p>


“Aspetta Rufy!!Chiedi prima il--“
urlò Nami. Troppo tardi<o:p>


 “ROCKET!!”<o:p>


Atterrò proprio sul muso di Aqua.
Si sedette a gambe incrociate e sorrise. Poi Aqua abbassò la
testa per far salire gli altri. Salirono tutti tranne Usopp, che aveva troppa paura e
Franky, che temeva che l’acqua potesse farlo arrugginire. Aqua
rialzò la testa e stette immobile per qualche secondo. Disse qualcos’altro e Chopper
tradusse per tutti “Aqua ha detto che ci farà vedere una cosa. Dice
di stare fermi e di fidarsi di lei”.<o:p>


Intorno a loro cominciarono a
formarsi delle bolle, che lentamente si fondevano tra loro per formare
come una specie di guscio, circondandoli. Poi Aqua prese lo slancio e
s’immerse. <o:p>


Nami si era preparata a sentire il
freddo dell’acqua e l’assenza di ossigeno. Invece non accadde niente di ciò.
Aprì gli occhi. Rimase incantata.<o:p>


Brook si stava guardando intorno e
tirò fuori chissà da dove il suo violino e si mise a suonare. <o:p>


Sanji era rimasto impressionato ed
eccitato allo stesso tempo “Non ho mai visto così tanti pesci tutti insieme...”<o:p>


Rufy si guardava intorno e rideva eccitato.<o:p>


Chopper era rimasto a bocca aperta davanti a quello spettacolo.<o:p>


Persino Zoro rimase senza parole.<o:p>


Intorno a loro si stagliava il fondale marino,con tutti i variopinti pesci che lo abitavano e i colori
accesi dei coralli sugli scogli. La luce solare che filtrava
dall’alto, faceva dei bellissimi giochi di luce sulla sabbia del fondale. Le bolle che si
erano formate intorno a loro fungevano da scudo dall’acqua del mare
e come riserva d’ossigeno.<o:p>


Robin guardava il fondale che
scorreva sotto di loro, speranzosa di vedere qualche antico relitto, sorridendo.<o:p>


 Guardando
dietro potevano vedere tutto il corpo del drago: non era tozzo e massiccio,ma lungo e aggraziato,
simile a quello di un gigantesco serpente; al posto delle zampe aveva delle
grandi pinne coriacee. La sua coda aveva le stesse piumette azzurre che aveva sulla
nuca e ai lati della mascella, ma in quantità maggiore. In mezzo ad esse erano
nascosti dei grossi aculei come quelli che aveva sul dorso che si
muovevano su e giù insieme alla piume a ritmo dei colpi di pinna. Vicino
all’attaccatura delle piumette c’erano delle minuscole pinne,
anch’esse azzurrine,simili a quelli dei pesci tropicali. Delle ali però non
c’era traccia. Se si sporgevano, potevano a vedere la cicatrice a forma di rosa sul dorso, le due
cicatrici intorno l’attaccatura delle pinne (che in forma umana erano
sugli stinchi) e quella che le segnava il petto. Zoro sfiorò la sua
corrispondente cicatrice. Erano proprio identiche, anche quelle sulle pinne. Allora
quell’Antico dipendeva sulla sua vita sul serio...si sentì
improvvisamente responsabile: non poteva far del male a qualcun’ altro a causa di un suo
errore. Scacciò dalla sua mente quel pensiero e si guardò intorno: Aqua era la
creatura più grande di tutte. Persino i mostri marini le stavano a debita distanza. Sanji si
sporse e disse qualcosa a Chopper, il quale la riferì ad Aqua. Lei
girò di poco la testa ed annuì lievemente. “Dice che adesso si
andrà un po più veloce” disse Chopper a tutti.<o:p>


Il drago virò bruscamente a
destra e si diresse verso un gigantesco pesce indicatogli da Sanji. Il pesce
era grande e marrone e sul suo dorso crescevano delle lunghe alghe. Si accorse di
essere stato scelto come preda e guizzò via a tutta velocità. Gli nuotò dietro.
Era velocissima e non perdeva mai di vista l’obbiettivo. Rufy
stava urlando eccitato. Il pesce tentò di infilarsi nel buco di uno
scoglio. Aqua, che stava andando a tutta velocità, dovette fare un loop per non
andare a sbatterci contro. Tutti urlarono,come sulle montagne russe. Girando, Aqua alzò
gli aculei sul dorso e tagliò di netto la pietra, stanando il pesce
marrone. Poi con uno scatto fulmineo l’addentò al collo.
L’acqua intorno alla sua bocca si tinse di rosso. Avvolse il pesce con la coda e aspettò che Sanji gli indicasse la
prossima preda. Una volta scelta, Aqua si lanciò al suo inseguimento.<o:p>


Era bello vederla cacciare: vedere quella gigantesca creatura muoversi così agilmente ed
aggraziatamente era uno spettacolo impagabile. Nessun pesce poteva sfuggirle. Li inseguiva nei
posti più incredibili: dentro alle caverne, in mezzo ai coralli, e, per la gioia di
Robin, anche dentro delle rovine sommerse. Quando capitava, Aqua rallentava, lasciandole
il tempo di guardarsi intorno. <o:p>


***<o:p>


Quando il drago cominciò a
nuotare verso la superficie, fu accompagnata dai brontolii dei suoi passeggeri.
Aveva catturato sedici pesci di colori e grandezze diverse, che ora erano avvolti da
quasi tutto il corpo. Riemerse vicino la nave. La bolla, che fin’ora li aveva
protetti, scoppiò. Non si erano accorti del tempo che passava: si erano immersi
poco dopo pranzo e adesso era già il tramonto. Abbassò la testa per far
scendere tutti sul ponte. Rufy raccontò tutto eccitato quello che avevano visto
a Usopp e Franky. Nami corse nel suo studio a disegnare una cartina del fondale
appena esplorato e Robin andò al dormitorio femminile a
scrivere tutto quello che aveva visto sulle rovine sommerse. Brook, Chopper, Zoro insieme a
Sanji sistemarono nel refrigeratore i pesci cha Aqua aveva catturato e che gli
passava: Zoro e Brook li tagliavano e Sanji, aiutato da Chopper, li sistemavano.<o:p>


Passarono diverse ore prima che
Aqua potesse tornare umana: Chopper aveva fatto appoggiare la gigantesca testa
sul ponte per curargli i taglietti che si era procurata durante la
caccia e che erano già in via di guarigione. Era già sera
inoltrata. Il sole era solo una sottile linea rossa all’orizzonte che lanciava un ultimo
saluto prima di lasciare il posto alla luna. Nel frattempo chiacchieravano. Zoro li
guardava dalla palestra. Guardava Aqua, che si lasciava mettere cerotti
dappertutto, e si chiese se ora si poteva fidare. Si ricordò del senso di
responsabilità che aveva sentito prima: lei, in un certo senso, si era fidata di lui fin
dall’inizio, con il fatto del legame, e anche mentre erano
sott’acqua si era fidata di lui: erano sopra un punto debole del suo corpo e lui avrebbe
potuto ferirla in qualsiasi momento. <o:p>


<i
style="">, pensò sorridendo, <i
style="">credo di potermi fidare giusto un pochino di
più. Poi tornò ai suoi esercizi.<o:p>


Passarono circa due ore. Zoro si stava esercitando nello stile a due spade, a torso nudo, quando Aqua lo
raggiunse nella palestra. Si era riequipaggiata con gli spadoni e il pugnale.
Zoro si fermò un momento e la guardò con un misto di stupore e incredulità. Lei
ricambiò il suo sguardo. “Ti do fastidio se ti faccio compagnia?” gli chiese.<o:p>


“Ehm..no, basta che non m’intralci” rispose Zoro leggermente imbarazzato.
Non era mai rimasto in una stanza da solo con una ragazza. Era anche a torso nudo e tutto sudato,
ma lei non sembrò farci caso. Tornò ai suoi esercizi. Aqua intanto lo osservava dalla
panca su cui era seduta in silenzio parare e lanciare fendenti all’aria. Quando
Zoro fece una piccola pausa prima di riprendere Aqua gli trattenne il braccio. Zoro
non si era nemmeno accorto che si fosse alzata. Aveva lasciato gli spadoni
appoggiati alla parete.<o:p>


“Prova a tenere la mano più giù
sull’elsa” gli suggerì e gli prese la mano e delicatamente la fece scivolare
più in basso sull’elsa. Zoro arrossì lievemente. “Ecco, così. La spada ti
sembrerà più pesante, ma sarà più facile da manovrare.” Gli disse e si
allontanò. Zoro la guardò e poi saggiò la nuova impugnatura, lanciando qualche
fendente: era vero, appariva più pesante ma era più maneggevole. Guardò Aqua di
nuovo. Doveva saper maneggiare abbastanza bene quegli spadoni allora. Fece un
sorrisetto “Hai ragione...Grazie,” e riprese ad allenarsi.<o:p>


Mentre continuava Aqua gli
parlò “Sai, ti ammiro molto” Zoro si fermò e la guardò con aria interrogativa. Lei
aveva abbassato la testa e guardava il pavimento. “Circa due settimane fa, devi aver provato un dolore terribile. Lo so perché
l’ho provato anch’io.” Zoro s’irrigidì: stava parlando
dell’”incidente” con il tizio degli Shichibukai. “Sì, so che sono legata a te. <span
style=""> Il dolore mi è arrivato così chiaro e forte che mio
fratello, che era con me, si è preoccupato. È arrivato così chiaramente che sono
riuscita a sentire anche i tuoi pensieri e le tue emozioni. ‘Devo proteggerli
’, ‘devo farlo per loro ’....continuavi a ripeterti questo. Sono rimasta colpita. Ti
sei sacrificato per salvare i tuoi compagni. Mi hai fatto ricordare una cosa che avevo
fatto io molto tempo fa” Zoro ripose le spade nelle fodere e
l’ascoltò attentamente. Non poteva leggergli anche nel pensiero... <o:p>


“Sì, invece posso,” Gli rispose
Aqua. <o:p>


“Come?! E non mi hai detto niente!?”
protestò Zoro arrabbiato.<o:p>


“Scusami. Scusami tanto,” la sua
voce si ruppe. Quando parlò di nuovo era riuscita a farla tornare normale “Io
posso leggere solo la tua mente non quella degli altri. Sei tu a cui io sono
Legata. Anche tu puoi leggere la mia e comunicare con me telepaticamente. Se ti
da fastidio non lo farò più. Scusami tanto ancora.” La sua voce si ruppe di
nuovo. <o:p>


<i
style="">Forse sono stato troppo duro,
pensò Zoro e si domandò se doveva rassicurarla oppure no.
Decise per il no: non sapeva cosa dirle. Si limitò a guardare quella ragazza
davanti a lui che non riusciva a guardarlo negli occhi. Sospirò e si sedette a
terra. Lei rimase in piedi.<o:p>


“Vieni qui,” le disse e lei alzò
di poco lo sguardo e ubbidì. Gli si sedette vicino, alla sua sinistra, ma non
troppo. “Dovrei essere io quello che si deve scusare per
primo.”<o:p>


Aqua alzò lo sguardo e lo guardò
stupita. Il suo occhio zaffiro luccicava. Zoro ringraziò il cielo che non aveva
pianto. “Perché? Tu non hai fatto niente!” gli disse meravigliata.<o:p>


“Non è vero. Innanzitutto non mi
sono fidato di te anche se sapevo del Legame, mentre tu ti sei fidata di me dal
primo momento affidandomi l’incolumità del tuo corpo,” spiegò.<o:p>


“Non l’hai mica chiesto tu il legame...” borbottò Aqua, assumendo
una faccia seccata e guardando da un’altra parte. Zoro ridacchiò e senza pensare le mise un braccio intorno le spalle. Lei si
irrigidì sotto il tocco. Anche lo spadaccino si stupì di quello che aveva appena
fatto: non aveva mai dato così tanta confidenza a nessuno, tantomeno ad una
ragazza, ma non si spostò. Era piacevole sentire la sua pelle fresca sotto il
braccio caldo. Aqua rimase immobile. <o:p>


Zoro pensò di aver sbagliato a
metterle il braccio sulle spalle e fece per toglierlo ma lei lo trattenne.<o:p>


“No” E lo fece poggiare di nuovo
sulle sue spalle “È bello sentire il calore di un corpo umano” e si avvicinò un
po. Zoro arrossì. Il suo istinto gli diceva di alzarsi e di rompere quel contatto fisico, ma non ci riusciva: si sentiva stranamente bene. La
guardò un momento in silenzio. “Sai, io non dormo mai” gli confidò lei.<o:p>


“Cosa?” si riscosse Zoro.<o:p>


Aqua ridacchiò “Sì lo so è molto
strano, ma io non dormo mai. Sarà per il fatto che non mi stanco quasi mai o
perché devo controllare le maree. Solo un suono riesce a farmi addormentare.”
Aqua si chiese perché glielo aveva detto.<o:p>


“Quale?” le chiese Zoro senza pensare. Stava pensando troppo poco in sua presenza.<o:p>


Acqua tacque un momento. “Il
suono di un cuore che batte” disse infine. “La sfortuna è che non posso ascoltare il
mio cuore: ne ho quattro, quindi sentirei quattro battiti. Poi io sono una dai
gusti difficili: se il battito non è calmo, non riesco ad addormentarmi--!”.
Zoro lo fece di nuovo senza pensare: la strinse a sè con il braccio e le fece
appoggiare la testa sul petto, là dove stava il cuore. Aqua s’interrupe
stupita. Tatum..tatum..tatum sentì Aqua. <o:p>


Rimase immobile qualche secondo e
vedendo che Zoro la lasciava ascoltare si accoccolò vicino a lui, tenendogli la
testa sul petto. Con la punta delle dita, lei gli sfiorò la cicatrice che
segnava il suo petto. Zoro si chiese come mai lo aveva fatto, ma si sentiva
bene. Arrossì ancora di più. Odiava essere in imbarazzo.<o:p>


Lentamente il suo respiro si fece più lento e regolare. “Dormi, Aqua, te lo
meriti” gli sussurrò lo spadaccino ad un orecchio “E scusami ancora”. Aqua
farfugliò qualcosa d’incomprensibile di rimando e si addormentò. <o:p>


Zoro la lasciò appoggiata a sé ancora
per qualche momento. Poi le prese la testa e la sostenne con un braccio mentre
con l’altro le sosteneva le gambe mentre si alzava. Si mosse piano e senza far
rumore per non svegliarla. La distese sulla panca che stava là vicino, facendo
attenzione a non schiacciarle le ali, e le mise sopra una coperta per non farle prendere freddo. <o:p>


Si rialzò e la guardò. I tratti
del suo volto si addolcirono: nessuno, guardandola adesso, avrebbe mai pensato che quella ragazzina così indifesa nel suo sonno fosse una
pericolosa sicaria. Riusciva difficile persino pensare che sapesse uccidere.<o:p>


 Si rimise la maglietta e prima di scendere piano
la scaletta la guardò un’ultima volta mentre dormiva. Mentre si dirigeva verso
la cucina per cenare si chiese perché le aveva dato così tanta confidenza e che
cosa fosse le strana sensazione di benessere che aveva sentito. Quando gli
altri gli chiesero che fine avesse fatto Aqua lui gli disse la
verità, cioè che si era addormentata, ma senza fare nessun accenno al come
e quello che si erano detti. Finita la cena Zoro non andò al dormitorio insieme agli altri, ma tornò in palestra dove
Aqua dormiva ancora. Sorrise e si sedette, senza far rumore, ai piedi della panca,
appoggiando la schiena alla parete e sistemandosi accanto le spade. Poi chiuse gli
occhi. Sì, si poteva fidare di lei.<o:p>


***<o:p>


I giorni passarono veloci. Aqua stava con tutti e si faceva raccontare le loro avventure passate.
Aiutò Chopper con la preparazione dei medicinali e gli spiegò la sua
struttura corporea, ma non gli fece mai vedere l’occhio coperto. Di tanto in tanto
cucinava insieme a Sanji, il quale le regalava sempre una rosa rossa, colta fresca dal
piccolo giardinetto sulla nave. Pescava insieme a Rufy e Usopp, e quando
rimaneva solo lei sveglia prendeva le loro lenze e pescava al loro posto. Aiutava
Franky a costruire strani marchingegni e a riparare la nave quando si rovinava,
gli diede anche svariate idee per nuove armi con cui equipaggiare la Sunny.
Quando Nami disegnava le sue cartine, Aqua le illustrava i fondali marini
della zona, raccontandole spesso dei tesori che aveva visto. Nei pomeriggi più caldi
chiacchierava con Robin, insegnandole a leggere la scrittura degli Antichi che somigliava
molto a quella dei Poigne Grieffe e le raccontava delle antiche leggende.
Alcune volte Brook le faceva lezione di musica, ma ogni volta che le chiedeva di cantare lei
si rifiutava sempre. Quando era bel tempo, e Zoro si allenava sul ponte principale, lei gli faceva compagnia e simulavano anche dei
combattimenti. Aqua usava solo le lame che aveva sulle ali. Per quanto sembrasse
incredibile, lo spadaccino non era ancora riuscita a batterla. A volte li portava in
gita ai fondali marini. Quando non faceva nessuna di queste cose, si sedeva ai
piedi di un albero sul ponte e disegnava. Disegnava la Sunny, i suoi nuovi amici
e tutto quello che non voleva dimenticare. Era anche brava.<o:p>


 Ogni sera però, a volte dopo cena, a volte
prima, andava in palestra e mentre Zoro si allenava, Aqua gli raccontava di sé dandogli svariati consigli per migliorare la sua tecnica. Poi quando si
faceva tardi e lei sembrava stanca, Zoro la faceva sedere vicino a lui, le
metteva un braccio intorno e le faceva ascoltare il battito del suo cuore. Durante
una di questa sere Aqua chiese a Zoro “Chi ti ha fatto questa cicatrice?” intanto la sfiorava con le dita. <o:p>


“Mihawk, l’attuale
più grande spadaccino del mondo” rispose lui.<o:p>


L’Antico tacque un secondo. “Che motivo aveva per farti del male?”<o:p>


“Lo avevo sfidato per il
titolo di miglior spadaccino e ho perso.”<o:p>


Aqua gli diede uno schiaffetto sulla pancia. Zoro sussultò e fece per controbattere ma lei lo
anticipò “Ecco, vedi! Tu carichi sempre il nemico a testa bassa e poi chi ci rimette sono
io!” disse piano. Il sonno stava per prendere il sopravvento. Zoro la
guardò da sopra. Sorrise quando un pensiero gli balenò in testa. Zoro
benedisse l’accordo tra di loro: niente visite clandestine nelle menti dell’altro tranne
in casi estremi. Lei sbadigliò. Poi gli chiese ancora “Perché vuoi diventare il miglior spadaccino del mondo?”<o:p>


Zoro non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere. “Perché è il
mio sogno e perché ho promesso ad una persona che lo sarei diventato.”<o:p>


Lei riflettè per qualche secondo.
La sua mano aveva ricominciato a disegnare ghirigori sulla sua cicatrice
facendogli il solletico. “E dopo che avrai realizzato questo sogno, che farai?”
gli chiese. Zoro tacque. Aveva ragione: cosa avrebbe fatto? Non ci aveva mai
pensato. Di certo sarebbe rimasto insieme ai suoi nakama, ma poi?... “Comunque sia, ti aiuterò.” Gli disse Aqua
“Preparati a dei lunghi giorni di allenamento intensivo. Io sono tutto fuorchè clemente...” e
infine si addormentò. Zoro sorrise. Sistemò come sempre Aqua sulla panca. Questa volta
si erano portati alcuni cuscini. Le mise sopra la coperta. Poi si mise di nuovo a piedi della
panca e seguì il consiglio di Aqua. Chiuse gli occhi e si preparò mentalmente
agli allenamenti futuri. Si chiese anche perché trattava così quella ragazza.
Non trovò una risposta. E forse era meglio così.<o:p>


***<o:p>


Passata la terza settimana, avvistarono finalmente terra. Si fermarono ad un isola estiva chiamata
Kumo. Sanji andò al mercato per fare rifornimento. Chopper, accompagnato da Brook,
andò in farmacia a comprare delle erbe curative. Zoro rimase sulla Sunny: Aqua lo aveva davvero fatto allenare con un ritmo intensissimo, e adesso era
tremendamente stanco. Aqua lo prese in giro per la sua scarsa resistenza, ma lui era troppo stanco persino per controbattere, ma quando lei
accennò ad un allenamento speciale per migliorarla, Zoro cominciò a sudare freddo.<o:p>


Aqua andò insieme a Nami, Robin e Usopp in giro per i negozi. Chi comprava erano le ragazze, mentre Usopp
serviva solo come facchino. Mentre camminavano Aqua disse a Nami e Robin “Certo che
questa città è davvero affollata...” Si girò e disse a Usopp “Hey, Usopp, ci
sei?” <o:p>


“S-sì, non c’è problema” fu l’incerta risposta.<o:p>


“Già, dev’essere un importante centro commerciale” disse Nami.<o:p>


“Possiamo fare un salto in libreria? Voglio vedere se trovo alcuni libri,” chiese Robin.<o:p>


“Certo che sì,” risposero
sorridenti Nami e Aqua.<o:p>


Mentre loro parlavano, un signore là vicino stava facendo una telefonata. “Qui
è il Quartier Generale della Marina, chi parla?” risposero dall’altra parte del telefono. “Zalenia è qui,”
rispose l’uomo e diede al Marines le coordinate dell’isola. Poi attaccò e si allontanò da lì.<o:p>


Robin era riuscita a trovare i libri che cercava e riuscì anche a prenderli gratis grazie a
Nami. “Certo che sei davvero forte Nami” gli disse Aqua mentre uscivano
“Un giorno mi devi dire come fai!” e sia lei che Nami che Robin scoppiarono a ridere.
Quando Aqua guardò per caso su un tetto di una casa davanti a lei, la sua risata si smorzò
gradualmente. Poi una freccia sibilò sulle loro teste. Aqua la prese in tempo
prima che colpisse Nami in mezzo agli occhi. La ruppe nel pugno. “Aqua cosa...?”<o:p>


“Non c’è tempo per le domande.
Andatevene da qui!” disse e si allontanò da loro poco prima che un’altra
freccia si conficcasse nel suolo dove prima c’era Aqua. Nami, Robin e Usopp la
seguirono. Mentre Aqua correva in mezzo alla folla pensava continuamente ad una
sola cosa: Sono tornati! Sono tornati! Non li lascerò fare del male ai miei nakama! Mai e poi mai!<o:p>


Si fermò solo finchè non raggiunse
uno spiazzo isolato, lontano dalla folla. I tre amici la raggiunsero poco dopo. “Aqua.... adesso mi devi
spiegare.... cosa sta succedendo” le disse Nami col fiatone. <o:p>


Aqua non si mosse. Rimase in piedi in ascolto. Poi si girò di scatto e gridò
“Giù!!” Nami e Robin fecero in tempo ad abbassarsi ma Usopp,che teneva ancora i vari pacchi e pacchetti, no.
Un secondo dopo lui si ritrovò attaccato al muro da una schiera di frecce che lo tenevano per i vestiti. Nami e Robin si misero in guardia. Aqua
sguainò uno spadone. Non li aveva mai usati in loro presenza prima d’ora.
Una parte era fatta di una strana pietra blu chiaro e attraversata da delle strane
venature azzurrine,dall’altra una lama d’acciaio affilatissima rifletteva i raggi del
sole. Poi arrivarono.<o:p>


Erano in tanti, tutti vestiti di nero e rosso. Cacciatori di taglie. Robin ne fece fuori alcuni
“Seis Fleur....Clutch!” si sentirono dei sinistri scricchiolii.<o:p>


 Nami ne stava intrattenendo altri con i suoi
fulmini. “Cool Ball! Heat Ball!...Thunderbolt Tempo!!” disse lanciando una
Thunder Ball verso la nuvola appena creata. I cacciatori finirono distesi a terra, fulminati.<o:p>


 Aqua ne stava facendo fuori a decine. Danzava
aggraziata tra di loro colpendoli velocemente ai punti vitali. La sue lame si colorarono di rosso. Stava per scagliare il prossimo fendente quando
sentì l’urlo di Nami. Aqua si girò e il suo avversario le trapassò la spalla con un
pugnale. Aqua lo eliminò con un fendente ben piazzato. Si girò e vide Nami con
un coltello al collo. Chi teneva il coltello era uno dei cacciatori. Stava per
avventarsi su di loro per aiutare Nami ma si fermò quando vide con la coda
dell’occhio Robin cadere a terra. Si girò verso di lei. Un altro cacciatore
l’aveva intrappolata in una rete di agalmatolite. Aqua sentì dei passi. Tutti i
cacciatori si fermarono e guardarono oltre le sue spalle. “Bene, bene...Ci si
rivede..” disse una voce bassa e tonante. Aqua si girò e lo guardò fisso negli
occhi. “...Zalenia. Quanto tempo è che non ti vedo? Due? Tre anni?” disse la
voce. L’uomo che parlava era alto e muscoloso, anche lui vestito di nero e rosso, ai suoi fianchi erano appesi due spade lunghe e pesanti da
combattimento. Aveva il collo massiccio e i tratti del suo volto erano duri, che
non lasciavano trasparire nessuna emozione. Sulla guancia destra aveva due grosse cicatrici.<o:p>


“Racnoid, è sempre un dispiacere vedere quel tuo brutto muso” replicò Aqua.<o:p>


Racnoid ridacchiò “Dai,non essere
così scortese con me: sono più di vent’anni che ti corro dietro. E queste mi
ricordano ogni giorno che tu sei lì da qualche parte ad aspettarmi” disse sfiorandosi la guancia segnata.<o:p>


Aqua non rispose. Si limitò a fissarlo con odio. “Avanti,non guardarmi storto.”
Poi allargò le braccia “Se ti do così fastidio,perché non mi fai fuori? Ah,
già è vero: tu odi uccidere a meno che non si tratti di Marines. Ecco perché
dall’ultima volta ti sei limitata solo a due cicatrici.”<o:p>


“Non darmi una ragione per cambiare idea” poi indicò i suoi nakama con un
cenno della testa “Lascia andare i miei amici. Sono innocenti.”<o:p>


“Innocenti?” Racnoid scoppiò in una fragorosa risata “Amici”? Te li sei fatti amici
solo per tenerti una scorta di vittime nel caso uccidessi tutti i Marines?”<o:p>


“Non è vero!!” urlò Aqua e si lanciò
contro di lui, ma si fermò quando il cacciatore che teneva Nami pressò ancora
di più il pugnale che teneva sul suo collo e due cacciatori prendevano di mira
con delle pistole sia Robin che Usopp. Aqua abbassò lo spadone e appoggiò la punta a terra. Tornò a fissare Racnoid.<o:p>


“AHAHAHAHAHAH!! Divertente, Zalenia!
Avevi trovato lo spirito giusto per uccidermi ma ti sei fermata davanti alle
minacce contro i tuoi “amici”” rise lui imitando con le dita il segno delle
virgolette mentre pronunciava l’ultima parola.<o:p>


“Che cosa vuoi?” gli chiese sprezzante Aqua. La sua testa stava cominciando a girare: stava
perdendo troppo sangue dalla spalla. Scacciò il senso di nausea e si concentrò unicamente sui
suoi compagni e il bastardo che aveva davanti.<o:p>


La risata di Racnoid si spense e fu rimpiazzata da un sorriso malvagio, di chi sapeva di aver vinto la
partita in partenza. “Come ben sai, i tuoi ‘amici ’ non sono così innocenti: anche loro
sono ricercati. E come ben sai, io sono un cacciatore di taglie e in quanto tale
dovrei consegnarli subito alla Marina per farli giustiziare.” Disse e alzò le
sopracciglia in una finta espressione di dispiacere e congiunse le mani “Ma
oggi mi sento particolarmente clemente. Ti do la possibilità di ricongiungerti
con tuo fratello e di lasciare andare i tuoi ‘amici ‘ “<o:p>


“Come?” chiese Aqua. Stava
diventando difficile ignorare il senso di nausea. Barcollò leggermente.<o:p>


“Zalenia, chi sono questi?” chiese
Nami. Non aveva usato il suo vero nome perché molto probabilmente quel tizio non lo sapeva. E non sarebbe di certo stata lei a dargli la
soddisfazione di fargli conoscere il suo vero nome. Il cacciatore che la teneva la strattonò per
farla tacere.<o:p>


“Ma come? Non gli hai mai parlato di me?” chiese fingendosi meravigliato. “Io sono
Racnoid, il miglior cacciatore di taglie sulla faccia della terra. Sono stato ingaggiato direttamente dalle
alte sfere delle Marina. Il mio incarico è lo stesso da vent’anni, cioè trovare
ed uccidere la sicaria conosciuta come Zalenia.” Disse rivolgendosi direttamente ai tre Mugiwara.<o:p>


Nami guardò la sua nakama.
“Non volevo mettervi nei guai raccontandovi dei miei problemi” le disse Aqua senza girarsi.<o:p>


“Torniamo a noi, prima che tu svenga. Scommetto che dopo aver perso tutto quel sangue, tu abbia tanta
voglia di dormire” disse Racnoid ridacchiando. <o:p>


Aqua continuava a fissarlo. “Come?” ripetè. Ora la nausea era
diventata insopportabile. Il sangue che sgorgava dalla sua ferita stava cambiando colore: dal rosso vivo stava
diventando azzurro metallizzato. I suoi piedi erano in mezzo ad una grossa chiazza rossa e azzurrina.<o:p>


“Il tuo sangue umano sta finendo. Dovrei sbrigarmi prima che anche il tuo Sangue Antico
finisca...” disse Racnoid.<o:p>


“COME??!” urlò Aqua. Poi ripensò a
quello che lui le aveva detto prima. “Come sai dov’è mio fratello?”<o:p>


“Quel povero ingenuo?” Racnoid rise “AHAHAH! Ho catturato anche lui! Poverino, adesso
starà pensando a te che vieni liberata e lasciata in pace per il resto della sua vita!” rise ancora più
forte.<o:p>


A quel punto Aqua non resse più e gli si avventò contro una seconda volta. Fece fuori i tre
uomini che cercarono di fermarla. Poi si fermò una seconda volta quando sentì uno sparo. Si girò
verso Robin e Usopp. Fortunatamente erano incolumi, ma il colpo era stato sparato a pochi centimetri di distanza dalle loro teste. Una sottile
linea rossa colorò il collo di Nami là dove era tenuto premuto il pugnale. Si fermò
una seconda volta. “TI HO DETTO DI LASCIARLI ANDARE!” urlò Aqua a Racnoid. Barcollò. Adesso faticava anche a stare in piedi.<o:p>


“Consegnati a noi e li lascerò
andare. Ti do la mia parola d’onore. E tu sai che io mantengo sempre la mia parola” disse infine Racnoid. <o:p>


Aqua guardò i suoi compagni e, per la sorpresa di tutti, gli sorrise “Andrà tutto
bene” gli disse in un soffiò. Poi si voltò di nuovo verso Racnoid e gli puntò contro la punta dello spadone.
Lo lasciò andare e si conficcò al suolo. Si slacciò la cinghia che assicurava l’altro spadone alla sua schiena lasciando cadere
anch’esso. Per ultimo lanciò il suo kriss in mezzo agli occhi di un altro cacciatore, uccidendolo sul colpo.<o:p>


“Saggia decisione, Zalenia” disse Racnoid. Un altro sorriso malvagio si dipinse sul suo volto.<o:p>


Poi Aqua fu circondata dagli altri cacciatori. Lei non oppose resistenza. Nami fu lasciata e fece solo in tempo a
urlare “Aqua! No! Non farlo!” poi cadde a terra dopo aver ricevuto un colpo sulla nuca da parte del cacciatore. L’ultima cosa che vide fu
Aqua a cui veniva inflitto lo stesso trattamento. “Aqua...” mormorò allungando una mano nella sua
direzione. Poi le forze l’abbandonarono e il mondo intorno a lei le negò la vista,oscurandosi fino a diventare nero.<o:p>


***<o:p>


Si risvegliarono circa un’ora più tardi. Robin non era più circondata dall’agalmatolite e Usopp era a terra
vicino a lei. Doveva aver opposto resistenza, perché delle sottili linee rosse ne segnavano il viso e le braccia. Nami si mise in ginocchio. Il
taglietto sul suo collo si era cicatrizzato. Accanto a lei Robin e Usopp fecero lo
stesso. Poi gli avvenimenti di prima gli piombarono addosso come una terribile colpa:
Aqua si era lasciata catturare per salvarli. Nami cominciò a guardarsi intorno agitata. Si stava tempestando di domande: da quanto erano rimasti
svenuti? Dove avevano portato Aqua? Quanto erano distanti? Ma la domanda peggiore era
Cosa gli avrebbero fatto? Nami si alzò in piedi, ignorando il dolore lancinante alla
testa. Anche Usopp si alzò ed aiutò Robin a fare lo stesso. Nami vide gli
spadoni e il pugnale di Aqua a terra vicino ad una chiazza di sangue raggrumato.
Almeno avevano fatto sparire i cadaveri. Li raccolse in fretta. Doveva sbrigarsi ad avvertire gli altri. Sollevando lo spadone ancora dentro
il fodero rimase immobile a fissare il suolo. Avrebbe voluto prendersi a schiaffi
per la propria ingenuità e debolezza. <o:p>


Poi si alzò. Guardò i suoi nakama.
Bastò uno sguardo per capirsi. Il secondo seguente stavano correndo a
perdifiato verso la Sunny. Nami pensò a quello che aveva visto scritto sul
terreno sotto lo spadone: “NON SEGUITEMI”. Aqua sapeva già dall’inizio cosa
sarebbe successo, ma non aveva esitato un solo momento a consegnarsi per salvarli. Questo pensiero la spinse a correre ancora più
forte. Adesso doveva avvisare gli altri. La priorità era salvare Aqua, anche se ciò significava contraddirla.




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1 replies since 1/8/2011, 21:51   91 views
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